La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Nuova settimana di volatilità sui mercati azionari, in maggioranza caratterizzati da forti ribassi, anche se con andamenti altalenanti, con la significativa eccezione della Cina, che si riporta su massimi storici di periodo, e di alcuni altri listini asiatici, tra i quali la Corea del Sud.

Intanto l’epidemia di COVID-19 tocca i 100.000 casi confermati, con oltre 3.400 morti, mentre le nazioni si attrezzano con contromisure contenitive per evitare la rapida diffusione del virus e un’eccessiva pressione sui sistemi sanitari.

In settimana si è avuto anche il primo tentativo di coordinamento internazionale tra i ministri dell’economia dei paesi del G7 e i governatori delle rispettive banche centrali per delineare le possibili misure di sostegno all’economia globale; la teleconferenza, tuttavia, si è conclusa solo con alcune affermazioni di principio, senza stabilire misure concrete di politica monetaria o fiscale da adottare nell’immediato.

Maggiore impatto sui mercati ha avuto la mossa della Federal Reserve che nella prima riunione straordinaria dalla crisi del 2008-2009 ha tagliato i tassi sul dollaro di 50 bps; decisione che è stata però criticata da più parti in quanto non concordata con le altre banche centrali e forse eccessivamente affrettata.

La scelta della banca centrale USA, però, ha reso evidente che la minaccia per l’economia globale rappresentata da COVID-19 è reale e concreta, come ha sostenuto in settimana anche l’OCSE, che ha parlato di ingenti danni potenziali alla crescita; ciononostante, gli investitori sembrano scommettere comunque sugli stimoli fiscali e monetari che governi e banche centrali hanno iniziato a mettere in campo per contrastare il momento di stasi indotto dalle misure di contenimento dell’epidemia.

In questa direzione vanno gli 8 miliardi di dollari che il Congresso USA ha stanziato per la lotta al COVID-19 e le richieste di elasticità sul deficit che i paesi UE, con in testa l’Italia, si apprestano a chiedere alla Commissione Europea.

Negli USA, la settimana è stata importante anche sul fronte politico, con una buona affermazione dell’ex-vicepresidente Biden nelle primarie democratiche che lo riportano ad essere il favorito nella corsa a sfidare Trump alle elezioni presidenziali.

Ottimi dati anche dal mercato del lavoro, che tuttavia sono stati oscurati dalle notizie sull’epidemia anche perché riferibili al periodo precedente alla diffusione globale del virus.

Sui mercati non azionari, rialzo dei titoli di stato, in particolare americani, e andamento eterogeneo delle materie prime, con una crescita dei metalli preziosi e il ribasso del costo dell’energia.

Nella settimana entrante l’appuntamento di maggior rilievo sarà presumibilmente la riunione di politica monetaria della BCE, dalla quale i mercati si aspettano misure straordinarie, sulla falsariga di quanto deciso dalle altre banche centrali, nonostante il limitato spazio di manovra dato dai tassi a zero.

Nei prossimi giorni saranno pubblicati inoltre numerosi dati congiunturali, anche se molti non ancora riferibili al periodo di massima diffusione dell’epidemia: tra gli altri, il PIL del Giappone, dell’area euro e della Gran Bretagna, la produzione industriale di Germania, Francia, Italia e della zona euro in aggregato, l’indice di fiducia dei consumatori USA e il commercio internazionale della Cina.

Sui portafogli in gestione abbiamo proseguito nella riduzione della esposizione azionaria, uscendo da alcune posizioni con beta elevato e prendendo profitto dalla posizione su un titolo aurifero dopo recente rialzo del sottostante. Un  solo  nuovo inserimento riguardante una multinazionale coinvolta nello studio di un possibile principio attivo contro il coronavirus.