La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Anche questa settimana le prove di dialogo tra Stati Uniti e Cina sul commercio internazionale hanno catalizzato l’attenzione degli investitori, con risultati altalenanti sui mercati.

Accolta positivamente la decisione di Trump di sospendere gli aumenti tariffari previsti per l’inizio di marzo, scelta che il presidente ha giustificato con la soddisfazione per i progressi raggiunti nei negoziati, anche se successivamente il rappresentante americano Lighthizer ha smorzato gli entusiasmi affermando che molto resta da fare per giungere a un accordo.

La borsa cinese è stata la maggiore beneficiaria dell’ottimismo registrato sui mercati, con una crescita percentuale di oltre sei punti, anche grazie a un miglioramento dell’indice Caixin sulla fiducia delle imprese manifatturiere, che ha sfiorato i 50 punti, e alla decisione di MSCI, società leader degli indici dei mercati azionari, di incrementare nel corso dell’anno il peso dei titoli cinesi nei benchmark dei paesi emergenti.

Il mercato azionario statunitense è stato in qualche modo frenato dai dati congiunturali e in particolare dalla pubblicazione di indici di fiducia delle imprese industriali ISM meno forti delle attese, oltre che dalla testimonianza al Congresso dell’ex-avvocato di Trump, già condannato nell’ambito del Russia-gate, che ha sollevato accuse sul presidente e dal fallimento del vertice con la Corea del Nord sul nucleare.

Bene i mercati europei, in particolare l’Italia, pur in assenza di dati economici di un certo rilievo; oltre al risultato positivo del listino, per il nostro paese è da segnalare un miglioramento dei tassi sui BTP, all’interno di una settimana caratterizzata invece da un generale rialzo dei tassi d’interesse, sia in Europa, sia in America.

Sul mercato valutario, calo generalizzato delle principali divise, in particolare dello yen giapponese, contro euro, con l’eccezione della sterlina britannica, che si è avvantaggiata delle ipotesi di un rinvio della Brexit, ventilate sia da parte del governo May, sia da parte dell’UE.

Per quanto riguarda la settimana appena iniziata, il tema del commercio internazionale potrebbe passare in secondo piano, essendo venuta meno la scadenza del 1° marzo, anche se rimane un fattore centrale in grado di muovere i mercati.

Si avvicina invece l’appuntamento con la Brexit, anche se le spinte per un rinvio in assenza di un accordo tra le due parti sembrano farsi sempre più rilevanti.

Tra i vari rischi geopolitici sparsi per il globo, da menzionare almeno lo scontro tra India e Pakistan, entrambe potenze nucleari: sebbene sembri prevalere il tentativo di non giungere ad un aperto confronto, la tensione nell’area resta alta.

Sotto il profilo macroeconomico, negli stati Uniti sono attesi gli indici di fiducia del settore dei servizi, i dati di compravendite immobiliari di gennaio e l’indice di disoccupazione di febbraio, mentre in Europa, oltre ai dati di produzione industriale di Francia, Italia e Spagna, l’evento di maggior importanza dovrebbe essere la riunione della BCE, da cui i mercati si attendono indizi sulle future mosse di politica monetaria della banca centrale.

In tale scenario, l’attività di investimento di Zenit SGR ha continuato ad accompagnare i rialzi dei mercati, in particolare in Europa e in Italia, alleggerendo i portafogli dei prodotti gestiti.