La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Rimbalzo dei mercati azionari in settimana, che sconta un maggiore ottimismo degli investitori per le misure straordinarie che banche centrali e governi stanno approntando per fronteggiare la crisi globale dell’economia dovuta al COVID-19.

Particolarmente attive le banche centrali: la Federal Reserve ha preparato un programma di acquisto illimitato di Treasury e corporate bond oltre ad assicurare un facile accesso al credito per aziende e governi locali. Anche il nuovo piano di acquisto messo a punto dalla BCE (PEPP, Pandemic Emergency Purchase Program) ha cancellato i precedenti limiti quantitativi agli investimenti in titoli di stato, pur prevedendo una durata limitata nel tempo per superare le resistenze nazionali e le possibili obiezioni legali.

Più difficoltose le cose sul piano fiscale: negli Stati Uniti il piano di stimolo all’economia di 2.000 miliardi di dollari dovrebbe ottenere l’approvazione del Congresso, nonostante alcune perplessità in seno al parlamento, mentre all’interno dell’Unione Europea si fronteggiano i blocchi di chi vorrebbe una risposta comune all’emergenza attraverso l’emissione di nuovo debito mutualistico (coronabond) e chi preferirebbe utilizzare gli strumenti straordinari messi a punto durante la crisi del 2008 come il MES.

Nel frattempo, l’epidemia continua a diffondersi nell’emisfero occidentale, con una crescita esponenziale di casi rilevati e un’accelerazione nei decessi che hanno portato al lockdown di quasi tutte le nazioni europee, comprese quelle che in un primo momento sembravano più restie ad adottare misure estreme, e di molti stati americani, tra cui New York. In Italia, com’è noto, la chiusura ha interessato anche parte del sistema produttivo, toccando i settori considerati non essenziali nell’attuale situazione di emergenza.

Gli indici congiunturali iniziano a registrare la recessione economica portata dal COVID-19 e dalle misure di contenimento del virus: in settimana la fiducia delle imprese statunitensi è caduta di circa 10 punti e quella delle aziende europee di una ventina, portandosi sui minimi storici dell’indicatore. Negli Stati Uniti la nuova richiesta di sussidi di disoccupazione ha fatto un balzo di oltre 3 milioni di unità in una settimana: anche in questo caso, l’indice non aveva mai superato il milione di unità e normalmente viaggiava su una media storica di circa 300mila.

Tra le materie prime, discesa del petrolio e salita dell’oro, che sconta però le crescenti difficoltà nelle consegne fisiche del materiale dovute alle pressioni sul settore logistico.

Nella settimana che inizia l’Eurogruppo, la riunione dei ministri dell’economia dell’UE, dovrà cercare di quadrare le differenti posizioni in merito a una possibile risposta comune sul piano fiscale alla crisi da COVID-19.

Con la fine di marzo, inoltre, cesserà l’accordo OPEC+, anche se il prezzo del petrolio sembra aver già in parte scontato la fine delle quote di produzione e il possibile incremento di offerta della materia prima, che giunge in un momento certamente non favorevole.

Sul piano degli indicatori congiunturali, di grande interesse l’indice PMI in Cina: secondo stime, il sistema produttivo asiatico sta lentamente incrementando i ritmi dopo il lockdown di febbraio e oggi lavora al 60%-70% delle proprie possibilità. Indici di fiducia delle imprese saranno pubblicati anche negli Stati Uniti e in Europa, insieme agli indici di fiducia dei consumatori. Infine, il rapporto sul mercato del lavoro USA vedrà probabilmente la prima riduzione dei nuovi occupati nell’arco dell’ultima decade.

Sui portafogli gestiti in settimana si è approfittato del recupero dei mercati per proseguire nella riduzione delle esposizioni azionarie ed obbligazionarie più volatili. Dal lato del reddito fisso sono state invece incrementate posizioni su titoli di massima qualità come i titoli governativi tedeschi e statunitensi che dovrebbero beneficiare degli acquisti delle banche centrali. Sul fronte azionario nella ricerca di qualità e di profili più difensivi abbiamo inserito una posizione su una multinazionale del settore “beverage”, che a questi prezzi consideriamo una importante opportunità di acquisto.