La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Listini azionari oscillanti in settimana, con una chiusura indirizzata più decisamente in negativo, pur con alcune eccezioni.

Positivo, dal punto di vista degli investitori, l’esito delle elezioni europee, che ha mostrato un contenimento delle forze euroscettiche, pur con una frammentazione del nuovo parlamento, che renderà presumibilmente più difficoltosa la formazione di una maggioranza e l’elezione del nuovo presidente della Commissione europea.

Particolarmente rilevanti gli effetti del voto in Grecia, dove il successo dei partiti di opposizione ha portato il governo a concedere elezioni anticipate, innescando un forte rialzo del listino domestico e del mercato dei titoli di stato.

Positivi anche alcuni dati congiunturali pubblicati negli Stati Uniti, con il PIL del primo trimestre rivisto al ribasso ma in misura inferiore alle attese e i dati di reddito e consumi privati in crescita sostenuta; di contro, qualche preoccupazione giunge dai profitti societari aggregati, che tra dicembre e marzo sono scesi di circa tre punti percentuali.

Gli aspetti negativi dello scenario, che sembrano aver prevalso nell’andamento settimanale dei mercati, sono per lo più legati all’escalation nella disputa commerciale tra USA e Cina: questa volta, è stata Pechino ad alzare i toni, minacciando un blocco dell’export delle cosiddette “terre rare”, minerali essenziali per la componentistica di una pluralità di industrie, dall’elettronica all’automobilistica, sui quali la Cina detiene un sostanziale monopolio nei procedimenti di estrazione e raffinazione. Nel frattempo, Trump ha aperto un nuovo fronte nella guerra del commercio, avvertendo il Messico che dazi e tariffe potrebbero aumentare anche sulle esportazioni del paese confinante e provocando un calo del Peso di oltre due punti percentuali.

Tra le altre notizie di rilievo in settimana, la proposta di fusione paritaria che FCA ha avanzato a Renault e che il gruppo francese prenderà in considerazione nei prossimi giorni, mentre sul reddito fisso si è assistito a una nuova inversione della curva USA, che rende sempre più probabile un futuro taglio dei tassi a breve, e a un allargamento dello spread BTP – Bund, in seguito alla notizia di una possibile procedura di infrazione sul debito a carico dell’Italia.

Nella settimana che inizia sono attesi numerosi dati macroeconomici e congiunturali.

Negli Stati Uniti, i numeri di maggior rilievo riguardano gli indici ISM di fiducia delle imprese e il mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione e la variazione mensile dei nuovi occupati.

Nell’area euro, la settimana inizia con gli indici PMI di fiducia delle imprese manifatturiere, per poi proseguire con il settore dei servizi, la produzione industriale in alcuni dei paesi dell’area e anche qui i dati sul mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione di aprile in Italia e a livello europeo.

Da seguire anche la riunione di politica monetaria della BCE, durante la quale non sono previsti cambiamenti nei tassi, ma che può offrire qualche evidenza sullo stato dell’economia dell’area euro e su ciò che pensa di fare la banca centrale nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda l’attività sui portafogli gestiti da Zenit SGR, l’operatività è stata improntata a una certa cautela, dato il momento di incertezza sui mercati: si è provveduto a vendere o a ridurre alcune delle posizioni in forte utile, consolidando parzialmente i profitti da inizio anno e mantenendo una riserva di liquidità sui prodotti per poter effettuare in futuro acquisti mirati su titoli ritenuti interessanti.