La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Settimana incerta sui mercati azionari, forti rialzi di prezzo tra le materie prime, tassi in ascesa e dollaro forte.

Il conflitto in Ucraina è entrato ormai nel secondo mese di combattimenti e alcuni analisti paventano che si possa trasformare in una guerra d’attrito di lunga durata con un elevato costo in termini di vite umane e di danni materiali.

Tuttavia, la Russia ha tenuto nei giorni scorsi un briefing militare nel quale ha specificato che la “liberazione” del Donbass è l’obiettivo delle operazioni e che i fronti restanti sono manovre diversive; la mossa è parsa a molti un tentativo da parte di Mosca di definire sia pure a posteriori un obiettivo di vittoria apparentemente entro la portata delle forze sul campo e quindi in grado di portare ad una cessazione delle ostilità e a un’apertura delle trattative con Kiev entro tempi relativamente brevi.

Nel contempo, i reiterati appelli del governo ucraino all’occidente perché sostenga la resistenza all’invasione con la fornitura di armi sembrano far breccia in misura maggiore rispetto alle fasi iniziali della guerra e incrementano invece il rischio di un’escalation del conflitto dagli esiti imprevedibili.

In questo contesto altamente incerto sul piano politico si è assistito in settimana ad un giro di vite da parte della Federal Reserve nella lotta all’inflazione, con il presidente Powell che ha dichiarato che la banca centrale potrebbe intraprendere rialzi dei tassi più aggressivi rispetto all’ultimo nei prossimi mesi.

In Europa, invece, la BCE ha confermato che è improbabile, anche alla luce dello scenario geopolitico, un cambiamento nei tassi di riferimento dell’area euro prima della fine del quantitative easing, prevista per il terzo trimestre di quest’anno.

Sempre in Europa, la Commissione UE ha varato un piano di sostegno per imprese e famiglie volto a fronteggiare il caro-energia, mentre si lavora per trovare alternative all’importazione di gas dalla Russia.

Nella settimana che inizia, si terranno dei colloqui tra Unione Europea e Cina, nel corso dei quali la situazione in Ucraina sarà certamente un tema centrale e si ritiene che Bruxelles si unirà a Washington nell’ammonire i cinesi sulle conseguenze negative che avrebbe un loro eventuale sostegno alla Russia nel conflitto in corso.

Sul fronte delle pubblicazioni dei dati trimestrali delle aziende, pochi i soggetti europei e americani che diffonderanno i loro risultati nel corso dei prossimi giorni, mentre sarà la volta di quasi tutte le banche cinesi e di  un folto gruppo di società industriali dell’Estremo Oriente.

Sul piano macroeconomico, grande attesa per i dati di inflazione in Europa – Germania, Francia, Italia e area euro – oltre che per il rapporto mensile sul mercato del lavoro USA.  Inoltre, si attendono i dati del PIL americano e britannico, gli indici PMI manifatturieri dei paesi europei e della Cina, gli indici ISM manifatturieri negli Stati Uniti e il tasso di disoccupazione in Italia e nell’area euro.