La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

La settimana è risultata prevalentemente negativa per i mercati azionari mondiali, con la stagione delle trimestrali che vede sempre più aziende ritirare le linee guida sugli utili 2020 in virtù dello scenario di profonda incertezza legato all’evoluzione della pandemia.

I dati congiunturali continuano a riflettere i danni inferti all’economia dalle misure di contenimento del virus: negli Stati Uniti anche questa settimana le nuove richieste di sussidi per la disoccupazione hanno superato quota quattro milioni, portando il tasso implicito di disoccupazione del paese oltre il 20%.

I mercati sembrano d’altro canto apprezzare gli sforzi che governi e banche centrali stanno profondendo per sostenere le rispettive economie nazionali: negli USA è stato approvato a larga maggioranza un pacchetto di misure da quasi 500 miliardi di dollari che attende ora la firma del presidente Trump, mentre in Europa il Consiglio Europeo ha dato il via libera a un recovery fund da 540 miliardi di euro, anche se non c’è ancora un accordo sul finanziamento delle misure e si profila un compromesso tra una quota di trasferimenti a carico del budget dell’Unione, richiesti da Francia e Spagna, e una quota di prestiti, voluti soprattutto dai paesi del nord.

Nel frattempo la BCE ha annunciato che accetterà come collaterale dei prestiti titoli sotto il rating investment grade, anticipando i probabili downgrade da parte delle agenzie.

Sugli altri mercati, grande risalto ha avuto il calo del prezzo del petrolio, anche perché il future in scadenza a fine settimana ha toccato un prezzo negativo, riflettendo l’esaurimento delle capacità di stoccaggio della materia prima da parte degli operatori.

Nella settimana che inizia molti paesi cominceranno un graduale allentamento dei lockdown e delle restrizioni messe in atto per contenere l’epidemia di COVID-19. Sarà una settimana ricca di dati ed eventi, a partire dai comitati di politica monetaria delle banche centrali degli Stati Uniti, dell’area euro e del Giappone.

A livello di indicatori congiunturali, si attendono i dati sul PIL del primo trimestre dell’anno per molti paesi, tra i quali USA, Giappone, area euro, Francia e Italia, oltre agli indici ISM manifatturieri e alla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, ai PMI manifatturieri e ai profitti industriali in Cina.

Moltissime aziende di primaria importanza pubblicheranno i risultati trimestrali nel corso della prossima settimana: tra esse, le principali società del settore tecnologico (Apple, Alphabet-Google, Amazon, Facebook, Microsoft), quasi tutti i big del comparto dell’energia e di quello farmaceutico, numerose banche tra cui UBS, Deutsche Bank e Barclays, oltre ad aziende industriali e del commercio come General Electric e McDonald’s.

Sui portafogli gestiti abbiamo rafforzato, nell’ambito della componente azionaria domestica,l’esposizione al settore delle utilities, con una focalizzazione sul tema delle energie rinnovabili. Tra i titoli difensivi, abbiamo incrementato una società operante nel comparto della telefonia che potrebbe beneficiare dell’avvento della tecnologia 5G e una conglomerata del settore aerospaziale e della difesa. Abbiamo proseguito in una riduzione complessiva del portafoglio di small cap e di titoli a beta più elevato, pur effettuando alcuni inserimenti mirati, come quello di una piccola realtà molto attiva nel comparto luxury, che potrebbe beneficiare della ripresa del mercato cinese dopo la fine del lockdown. Nella stessa ottica di una ripresa della Cina che anticipi il resto del mondo, abbiamo inserito sulla componente internazionale del portafoglio due aziende legate più o meno direttamente al settore minerario.