La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Settimana complessivamente positiva sui mercati obbligazionari, in particolare emergenti, e sulle piazze azionarie, nonostante le difficoltà dei titoli tecnologici, dovute alle problematiche di Facebook con gli episodi di violazione della privacy e a un allarme sulla previsione di vendita da parte di uno dei principali produttori di chip.

Da un punto di vista congiunturale, i dati di inflazione contenuta negli Stati Uniti e un numero di richieste di indennità di disoccupazione più alto del previsto hanno rafforzato l’ipotesi di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nel prossimo futuro, anche se le vendite al dettaglio sostenute di maggio sono apparse meno in linea con questa narrazione.

Dal lato delle guerre commerciali, Trump ha effettivamente sospeso l’applicazione di nuove tariffe sulle esportazioni messicane, evento che ha generato un’immediata rivalutazione del peso, mentre con la Cina l’attenzione si è spostata verso l’incontro tra lo stesso presidente USA e Xi Jinping nell’ambito del G-20, anche se l’appuntamento è tutt’altro che sicuro.

In settimana il petrolio aveva toccato un minimo di periodo, il valore più basso registrato negli ultimi quattro mesi, ma poi il prezzo del greggio è leggermente risalito per effetto dell’attacco a due petroliere nello stretto di Hormuz, colpite presumibilmente da un siluro, attacco che l’amministrazione USA ha imputato a Teheran.

In Oriente, produzione industriale inferiore alle attese in Cina, mentre a Hong Kong è salita la tensione politica con imponenti proteste di piazza contro il governo locale, appoggiato da Pechino, che vorrebbe approvare un trattato di estradizione proprio con la Cina.

Nella settimana entrante, i dati macro più importanti per gli Stati Uniti riguarderanno il mercato immobiliare, ma l’attenzione degli investitori sarà rivolta soprattutto alla riunione del FOMC, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve. La previsione maggioritaria è che i tassi saranno lasciati invariati, anche se le probabilità implicite nei derivati sui Fed Funds indicano il 22% di possibilità di un taglio di 25 bps, percentuale che sale all’86% per la prossima riunione di fine luglio.

In Europa, attesi i dati definitivi dell’inflazione a maggio e le stime flash per alcuni paesi dell’area degli indici PMI, oltre all’indice di fiducia ZEW del settore finanziario tedesco; a fine settimana, il summit dei leader dei paesi EU per i vent’anni di unione monetaria, nel cui ambito potrebbero inserirsi riflessioni per le nomine da effettuare in Europa, in particolare per quella del prossimo presidente della BCE.