La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Settimana altalenante sui mercati azionari, con una conclusione nel complesso positiva per le piazze europee, ma negativa a Wall Street, dove hanno pesato soprattutto i timori sulle valutazioni dei titoli tecnologici dopo il lungo rally dell’indice Nasdaq.

I temi sotto la lente dei mercati non sono cambiati: il petrolio fatica a salire sotto lo scacco dei principali paesi produttori che vorrebbero incrementare l’estrazione della materia prima, mentre riaffiorano le tensioni tra USA e Cina, che Trump utilizza spesso come arma elettorale nell’affannosa rincorsa al rivale Biden, in testa nei sondaggi: in settimana, il presidente americano ha dichiarato che intende terminare la dipendenza degli Stati Uniti dalle merci cinesi, minacciando le imprese che spostano la produzione oltre oceano.

In Europa, dati economici un po’ peggiori del previsto, con le produzioni industriali dei principali paesi dell’area euro inferiori alle attese, mentre nessun cambiamento è giunto dalla riunione di politica monetaria della BCE.

Perdite sulla sterlina britannica a causa dei negoziati sulla Brexit che non procedono: il governo inglese ha manifestato l’intenzione di modificare unilateralmente l’accordo raggiunto sull’Irlanda del Nord e comunque di terminare le trattative entro il 15 di ottobre anche senza il raggiungimento di un risultato.

La lotta al Covid-19 continua a far registrare accelerazioni e frenate: in Italia e in Grecia riaprono le scuole, ma il Regno Unito vieta le riunioni di più di 6 persone e Israele si prepara a un nuovo lockdown di tre settimane.

Nei prossimi giorni si terrà la riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve, particolarmente interessante dopo il recente discorso in cui il Presidente Powell ha prospettato obiettivi di inflazione più dinamici e “simmetrici” con target nei livelli dei prezzi più elevati durante le fasi espansive per compensare i momenti deflattivi tipici delle fasi di crisi e post-crisi.

Sotto il profilo dei dati congiunturali, attese le produzioni industriali dell’area euro, degli Stati Uniti e della Cina, le vendite al dettaglio negli USA, in Cina e nel Regno Unito, il sondaggio ZEW sull’andamento dell’economia tedesca presso gli operatori finanziari e l’indice di fiducia dei consumatori compilato dall’Università del Michigan.

Sui portafogli gestiti si è proseguito in continuità con le strategie precedenti: piccoli aggiustamenti alle posizioni detenute sulla componente internazionale e alleggerimento del settore dei beni di consumo per incrementare l’esposizione alla tecnologia dal lato domestico.