La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Nella settimana appena conclusa, mercati azionari contrastati, materie prime nuovamente in rialzo e dollaro in crescita.

Ad ottobre, l’inflazione ha fatto registrare nuovi livelli record: negli Stati Uniti l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 6.2% su base annua, il rialzo più marcato dal 1990, mentre in Germania il dato è stato pari a +4.5%, maggiore salita dal 1993.

L’inflazione sopra il 6% negli USA, in particolare, ha innescato qualche timore di una risposta di politica monetaria più rapida e meno graduale rispetto al piano comunicato dalla Federal Reserve, che tuttavia continua a gettare acqua sul fuoco per bocca dei suoi esponenti.

Qualche notizia positiva sul fronte prezzi è giunta dall’Europa, dove maggiori esportazioni di gas dalla Russia hanno provocato una discesa dei costi della materia prima, fondamentale in vista della stagione invernale. Peraltro, i dati di crescita continuano ad essere sostenuti – in Germania l’indicatore ZEW è salito nella consueta lettura mensile – così come fondamentalmente positivi rimangono i risultati aziendali in corso di diffusione.

Sul piano politico, la riunione del Partito Comunista Cinese ha aperto la strada ad un’incoronazione a vita di Xi Jinping, che porterebbe il leader di Pechino sulla via di Mao Zedong e Deng Xiaoping, che ressero le sorti del paese fino alla loro morte. Sempre per quanto riguarda la Cina, l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti per la cooperazione sul clima è forse il risultato più interessante della conferenza COP26, limitata altrimenti a enunciati di principio piuttosto generici o obiettivi di lunghissimo periodo.

Pochi gli eventi di rilievo nella settimana entrante, mentre iniziano a ridursi le aziende che si accingono a pubblicare i risultati dello scorso trimestre: tra i nomi noti previsti nei prossimi giorni troviamo le cinesi Alibaba e Baidu, la russa Gazprom, i supermercati e grandi magazzini statunitensi Walmart e Target e la società di telecomunicazioni Vodafone.

Sul piano congiunturale, invece, si attendono i dati di inflazione dell’area euro, di Italia, Francia e Giappone, il PIL giapponese e quello della zona euro, la produzione industriale in Cina, Giappone e Stati Uniti, le vendite al dettaglio negli USA, nel Regno Unito e in Giappone.