La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Dopo un iniziale rialzo dei mercati azionari che ha portato l’indice S&P 500 a recuperare i livelli di inizio anno, gli investitori si sono fatti più cauti e la settimana si è chiusa in ribasso, soprattutto per le piazze europee.

Diversi i fattori che hanno portato a prevalere le vendite: in primo luogo, la difficoltà di controllare la pandemia in alcuni paesi, in particolare negli Stati Uniti dove la curva dei contagi rallenta ad un ritmo piuttosto blando e alcuni esperti paventano una seconda ondata di casi. Inoltre, la Federal Reserve non ha annunciato nuove misure di politica monetaria nella periodica riunione del FOMC e ha ammonito sui rischi a lungo termine per l’economia derivanti dalla crisi da Covid-19.

Analoghe riflessioni sono giunte dall’OCSE, che nel suo Economic Outlook ha raccomandato un prolungato sostegno economico a imprese e famiglie per superare gli effetti della crisi, e dal Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale la ripresa si sta rivelando più lenta del previsto e la pandemia rischia di lasciare delle cicatrici durature nel tessuto dell’economia mondiale.

Infine, il rally del mercato azionario, che ha portato gli indici statunitensi a +45% dai minimi di marzo, ha generato una forte crescita delle valutazioni, per alcuni difficilmente sostenibili a fronte dello scenario economico incerto.

Sugli altri mercati, da segnalare il nuovo calo del prezzo del petrolio, dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato che intende interrompere i tagli alla produzione addizionali con il mese di giugno.

Nel corso della settimana entrante, nuovi allentamenti ai lockdown in vari paesi: la Grecia ha annunciato che riaprirà i confini per i turisti di 29 paesi (ma non per l’Italia), il Giappone intende rimuovere le residue restrizioni all’attività economica, mentre in Gran Bretagna riprenderà la Premier League, ma a porte chiuse.

Sono inoltre previste nei prossimi giorni le riunioni dei comitati di politica monetaria della Bank of England e della Bank of Japan, mentre i leader della UE si riuniranno virtualmente per discutere del Recovery Fund da 750 miliardi di euro, che sta lentamente guadagnando consensi anche nell’ambito del fronte dei paesi più rigorosi.

A livello di indicatori congiunturali, saranno pubblicati la produzione industriale e le vendite al dettaglio di USA e Cina, alcuni indicatori del settore immobiliare statunitense, il sondaggio ZEW sullo stato dell’economia tedesca.