La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Altra settimana nel complesso positiva per i mercati finanziari, in cui al rialzo degli indici azionari ha fatto da contraltare la crescita dei tassi e quindi qualche ribasso sul mercato del reddito fisso.

I progressi nelle trattative commerciali tra USA e Cina hanno contribuito all’ottimismo degli investitori, così come i risultati trimestrali delle aziende che, pur non eccezionali, hanno comunque in molti casi superato le attese, contribuendo a confermare un quadro di crescita moderata dell’economia anche sul piano micro.

Le notizie provenienti da Washington e Pechino lasciano ipotizzare una prossima chiusura dell’accordo su quella che è ormai denominata la “fase 1” delle trattative sull’interscambio commerciale; sfumata la firma nell’ambito del vertice APEC che si sarebbe dovuto tenere questo mese in Cile, le due parti sembrano orientarsi verso un incontro tra Trump e Xi negli Stati Uniti durante il mese di dicembre.

Tuttavia, non tutti gli ostacoli sono stati rimossi: rispetto all’ipotesi di un retro front reciproco sui più recenti inasprimenti di dazi e tariffe per facilitare l’intesa, la Casa Bianca ha subito frenato, non escludendo però che misure simili possano essere intraprese dopo la firma degli accordi.

Nel frattempo, dal lato macroeconomico sono giunte buone notizie, con una salita dell’indice ISM non manifatturiero che ha però indebolito in qualche modo le possibilità di una nuova mossa espansiva della Federal Reserve entro fine anno.

Positivi anche i dati congiunturali pubblicati in Europa, in particolare quelli relativi alla produzione industriale e ai nuovi ordini in Germania: insieme alla tenuta dell’economia francese, un’inversione del rallentamento del settore manifatturiero tedesco potrebbe contribuire a far ripartire la crescita nel Vecchio Continente.

Infine, in Asia rimane alta la preoccupazione per gli scontri a Hong Kong, in cui l’escalation di violenze tra dimostranti e polizia rischia di far diventare esplosiva la situazione politica dell’ex-colonia britannica.

Per quanto riguarda i dati di prossima pubblicazione, negli Stati Uniti saranno importanti le vendite al dettaglio e la produzione industriale di ottobre: le prime, previste in leggero incremento sul mese precedente, serviranno a monitorare lo stato di salute dei consumi USA, vero motore della prima economia mondiale, mentre il secondo dato sarà presumibilmente negativo anche per l’impatto degli scioperi avvenuti nel settore automobilistico.

In Europa la pubblicazione delle variazioni del PIL nel terzo trimestre certificherà probabilmente la recessione tecnica della Germania, mentre dovrebbe portare numeri positivi nel Regno Unito; tra gli altri indicatori di rilievo, da menzionare il sondaggio ZEW tedesco.

In Asia la stima preliminare del PIL giapponese mostrerà probabilmente un rallentamento nel terzo trimestre rispetto al secondo, ma comunque manterrà la crescita dell’economia nipponica di segno positivo, mentre un nuovo rallentamento è atteso nell’indicatore mensile dell’attività industriale in Cina.