La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Mercati azionari in ribasso in settimana, dollaro stabile, prezzo del petrolio in discesa.

I timori degli investitori si sono appuntati soprattutto sul rischio recessione, segnalato da un’inversione record della curva dei tassi americani, che riflette l’ipotesi di una contrazione dell’attività economica indotta da un eccessivo irrigidimento della politica monetaria, come già accaduto altre volte in passato.
In questo scenario, anche i dati congiunturali positivi, come la crescita dell’indice ISM dei servizi negli Stati Uniti, innescano delle discese dei mercati perché alimentano il timore che le banche centrali proseguano il rialzo dei tassi oltre il dovuto.

Poco spazio e poche notizie invece per il quadro geopolitico, mentre i grandi investitori riposizionano i portafogli in vista del nuovo anno, adeguandosi al nuovo consenso generale di cautela sulla componente azionaria o al contrario adottando un punto di vista più aggressivo nell’ipotesi che la visione della maggioranza sia troppo pessimista.

La settimana entrante si rivela ricca di avvenimenti e di dati importanti, a cominciare dalle riunioni di politica monetaria di tre tra le maggiori banche centrali del pianeta. Per quanto riguarda la Federal Reserve, tutti si aspettano un rallentamento del rialzo dei tassi a 50 punti base, per cui un’eventuale decisione differente potrebbe innescare reazioni negative o positive sulle borse. Anche nel caso della Banca Centrale Europea le attese vanno in direzione di un rallentamento del rialzo, anche se il livello del tasso di riferimento sull’euro è circa la metà di quello sul dollaro. Infine, per la Bank of England, i pronostici vanno in direzione di una conferma del rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale, come avvenuto nelle ultime riunioni.

Di rilievo anche i dati congiunturali attesi in settimana, a partire dall’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, pubblicato il giorno prima della seduta del FOMC; oltre a quello statunitense, saranno diffusi i dati di inflazione di Germania, Francia, Regno Unito e area dell’euro.

Per quanto riguarda l’attività economica, attesi i dati di produzione industriale degli Stati Uniti, della Cina, del Regno Unito, dell’Italia e del Giappone, le vendite al dettaglio statunitensi, l’indice ZEW delle attese degli operatori finanziari sull’economia tedesca e gli indici PMI del settore manifatturiero di vari paesi.