La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

La settimana appena conclusa si è caratterizzata per un violento rimbalzo dei mercati azionari, grazie all’attenuazione dei timori dettati dall’epidemia di coronavirus.
Le misure di prevenzione e quarantena – che in Cina hanno assunto persino tratti draconiani – hanno convinto gli investitori della concreta possibilità di contenere la diffusione della malattia, anche se la Federal Reserve ha aggiunto in un rapporto il rischio epidemico ai fattori che potrebbero influenzare negativamente l’economia statunitense, soprattutto attraverso l’interruzione delle catene logistiche globali che trovano nella Cina un fondamentale punto di snodo.

In effetti, dopo Hyundai, anche Toyota e Honda hanno segnalato che i relativi impianti di produzione in Cina resteranno chiusi per almeno un’altra settimana e Foxconn, che produce dispositivi per conto di Apple, ha comunicato che gli operai non torneranno al lavoro, per ora, nonostante la fine delle festività cinesi legate al nuovo anno, già prolungate come misura di contenimento del virus.

Voci di produzione di vaccini per contrastare l’epidemia si sono rincorse nel corso di tutta la settimana, favorendo il rialzo dei mercati, ma l’OMS rimane cauta sulla possibilità di produrre rimedi efficaci nel breve termine, puntando invece su prevenzione e arresto del contagio.

L’ottimismo degli investitori è stato alimentato anche dalle misure di politica monetaria (taglio dei tassi e iniezioni di liquidità) che la banca centrale cinese ha assunto per stimolare l’economia e dalla notizia che le altre banche centrali del sud-est asiatico sono pronte a intervenire con analoghi provvedimenti.

A livello congiunturale, buone notizie provenienti dagli Stati Uniti, con l’indice ISM manifatturiero che ha recuperato la soglia dei 50 punti, segnalando il ritorno del comparto produttivo a una fase di espansione, e con un rapporto mensile sul mercato del lavoro nel complesso favorevole. Sulle altre classi di attivi, da annotare la discesa dei metalli industriali e dell’energia, per i timori che la crescita globale possa essere comunque colpita negativamente dalla situazione in Cina, e il contenuto calo di oro e Treasury, che hanno perso parte dei guadagni messi a segno nella fase di maggiore sfiducia dei mercati.

Nella settimana entrante le testimonianze dei presidenti della BCE e della Federal Reserve rispettivamente al Parlamento Europeo e alle commissioni di Camera e Senato USA forniranno indizi sulle intenzioni delle massime autorità monetarie anche alla luce dei nuovi rischi legati alla situazione sanitaria in Cina.

Nel corso dei prossimi giorni, inoltre, scatterà la prima fase del trattato commerciale tra Stati Uniti e Cina, con le due potenze che ridurranno contemporaneamente le tariffe su una parte delle importazioni, rinunciando soprattutto ai maggiori aumenti imposti come contromisura di rappresaglia nel corso della disputa dello scorso anno.

Sotto il profilo macro, di prossima pubblicazione i dati del PIL nel Regno Unito, in Germania e nella zona euro, la produzione industriale in Italia e nell’area euro, produzione industriale, vendite al dettaglio, prezzi al consumo e fiducia dei consumatori negli USA, oltre al rapporto mensile sul petrolio a cura dell’OPEC.

Per quanto riguarda gli utili aziendali, infine, in settimana si attendono i dati di aziende della tecnologia (Alibaba, Vivendi), di banche (Barclays, Credit Suisse, RBS), di produttori di mezzi di trasporto (Nissan, Renault, Airbus), di società del settore alimentare (Nestlè, Kraft Heinz) e di assicurazioni (AIG).

 Sui portafogli gestiti, è proseguita un’attività di copertura dell’esposizione complessiva legata all’aumentato rischio di mercato e alla crescita dell’incertezza correlata all’epidemia cinese, con alleggerimenti delle posizioni che hanno superato i pochi incrementi effettuati.