La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Dopo un inizio incerto, la settimana si è conclusa favorevolmente per i principali mercati finanziari, sospinti da un crescente ottimismo su possibili soluzioni ai rischi esogeni più rilevanti.

Sulla guerra commerciale che oppone USA e Cina, gli investitori hanno apprezzato l’annunciata ripresa dei negoziati tra le due potenze, anche se pochi credono in sostanziali passi in avanti sui nodi ancora aperti.

Circa la Brexit, il governo di Boris Johnson è stato sconfitto in Parlamento e ha perso la maggioranza con l’approvazione di una legge che vincola l’uscita dall’UE al raggiungimento di un accordo con Bruxelles, scongiurando lo scenario no-deal e presumibilmente posticipando ancora una volta il divorzio dall’Europa oltre il 31 ottobre.

Apprezzati dai mercati anche la formazione di un nuovo governo in Italia dalle connotazioni più europeiste e il ritiro della legge sull’estradizione in Cina a Hong Kong, che sembra scongiurare una pericolosa escalation delle proteste e il rischio di un confronto con Pechino.

Sotto il profilo congiunturale, di rilievo la discesa dell’indice ISM manifatturiero sotto la soglia dei 50 punti, che fa scivolare anche il settore industriale statunitense nella recessione tecnica che caratterizza buona parte dei paesi europei; di converso, gli indici PMI del Vecchio Continente hanno battuto le attese, contribuendo a sostenere i mercati.

Dati più deboli del previsto negli Stati Uniti sul mercato del lavoro, anche se il tasso di disoccupazione nel paese rimane sui minimi storici.

Tra gli altri eventi degni di menzione, l’uragano Dorian ha devastato le Bahamas, ma sembra aver perso forza prima di colpire la costa degli Stati Uniti, mentre in Argentina la situazione economica  è precipitata e il governo ha dovuto imporre misure restrittive di controllo sui capitali.

La settimana entrante si preannuncia piuttosto avara di dati economici negli Stati Uniti, con l’eccezione degli indici dei prezzi al consumo e delle vendite al dettaglio di agosto e degli indici di fiducia dei consumatori di settembre; è presumibile che l’attenzione degli investitori si sposti verso la riunione di politica monetaria della Federal Reserve della settimana successiva, dalla quale i mercati si attendono un ulteriore taglio dei tassi. In Europa, il meeting della BCE sarà di gran lunga l’evento più rilevante della settimana: ci si attende un taglio di 10 bps del tasso sui depositi, già negativo, e un pacchetto di acquisti di titoli (QE) nell’ordine dei 40 – 50 miliardi al mese per almeno un anno, oltre all’introduzione di un sistema di tiering, grazie al quale alcuni istituti strutturalmente più deboli potrebbero essere esentati dai tassi negativi su una parte delle riserve detenute presso la banca centrale. Oltre ai provvedimenti della BCE, si attendono nel corso dei prossimi giorni i dati di produzione industriale di alcuni paesi dell’area euro, importanti per comprendere l’intensità dell’indebolimento del comparto manifatturiero. Per quanto riguarda l’Asia, i dati sul commercio internazionale cinese rifletteranno presumibilmente gli impatti della guerra commerciale con gli USA, sebbene attutiti dalla svalutazione del renmimbi, mentre il PIL giapponese del secondo trimestre dovrebbe essere rivisto al ribasso per effetto di minori investimenti rispetto a quelli registrati in prima lettura.

Sui portafogli gestiti, nel corso della settimana, abbiamo preso parziale profitto da alcuni titoli del settore alimentare, ridotto l’esposizione indiretta all’oro attraverso le azioni di un’azienda del comparto metalli preziosi e incrementato invece il peso di titoli attivi su videogiochi e giochi elettronici. Sull’Italia, in particolare, abbiamo alleggerito il peso di un titolo del settore abbigliamento e inserito una concessionaria autostradale per allinearci maggiormente agli indici di riferimento.