La sintesi dei principali avvenimenti finanziari

Mercati contrastati nell’ultima settimana del semestre, che si chiude invece in modo molto favorevole alle borse.

Mentre avanza la preoccupazione per la variante Delta del coronavirus, in attesa di capire l’efficacia dei vari vaccini nel contrasto di quest’ultimo pericolo, ci si interroga sulle valutazioni raggiunte dai mercati, alla luce anche delle pressioni inflazionistiche latenti, alimentate – tra le altre cose – dai rialzi dei prezzi delle materie prime.

Per questo motivo indicatori congiunturali non eccessivamente brillanti, come l’ultimo rapporto sul mercato del lavoro USA, che ha evidenziato una crescita della disoccupazione a fronte di un parallelo aumento del numero di nuovi posti di lavoro, vengono accolti favorevolmente nella convinzione che le banche centrali potranno proseguire ancora per un po’ l’opera a sostegno dell’economia e dei mercati.

Nel frattempo in settimana l’OCSE ha dato l’assenso alla proposta di minimum tax nei confronti delle multinazionali avanzata dal presidente USA Biden; tuttavia, per la concreta implementazione della misura si stima necessario un lasso temporale di un paio d’anni.

Sugli altri mercati, l’OPEC+ non ha raggiunto un accordo sull’incremento di produzione di petrolio a causa dell’opposizione di alcuni membri; peraltro gli analisti ipotizzano si tratti di un semplice rinvio e che la misura possa concretizzarsi entro fine anno.

Anche se il legame tra casi registrati e gravità dell’infezione sembra essersi allentato grazie ai vaccini, la rapida diffusione della contagiosa variante Delta del Covid-19 ha indotto alcuni paesi ad adottare misure di restrizione locali e di quarantena nei confronti dei viaggiatori provenienti dalle nazioni focolaio.

In settimana, per quanto riguarda le banche centrali, si attende la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve.

Sul piano macroeconomico, invece, attesi gli indici PMI di Europa e Cina, oltre agli indici ISM non manifatturieri degli Stati Uniti, le produzioni industriali di Germania, Francia e Italia, le vendite al dettaglio nell’eurozona e il sondaggio ZEW sullo stato dell’economia tedesca visto dagli operatori finanziari domestici.