zenit sgr per il sociale: parla enrica baricco presidente di casa oz

Enrica Baricco, presidente di Casa Oz, ci racconta come è nata e come si sta sviluppando la collaborazione tra la sua associazione e Zenit Sgr, in un mondo dove una vera alleanza tra profit e non profit è più unica che rara.

 

Un  connubio insolito quello tra il mondo della finanza, tradizionalmente orientato al profitto, e il settore della solidarietà: a dare vita, con successo, a questo incontro tra poli spesso percepiti come opposti sono stati Zenit Sgr e CasaOz. L’asset manager con sede a Milano ha infatti deciso di devolvere una parte delle commissioni derivanti dal suo fondo Progetto Minibond Italia all’associazione torinese che offre accoglienza e assistenza alle famiglie di bambini malati.

Ecco l’intervista a Enrica Baricco (nella foto), presidente di Casa Oz.

enrica baricco casa oz

Dottoressa Baricco, come possono dialogare un operatore del mondo finanziario e una realtà non profit?

Spesso si tende a mettere in contrapposizione il mondo profit e quello non profit e, quando si tocca la sfera finanziaria, sembra che le realtà siano ancora più distanti. CasaOz è nata con il supporto di imprese che hanno creduto nel progetto sociale e si è sviluppata con una impostazione progettuale che tiene conto dell’approccio di impresa, con l’esigenza, quindi, di coniugare un’attività sociale molto significativa con la necessità di far quadrare i conti. Su questo si è trovato il denominatore comune con le imprese del territorio che si sono riconosciute in tale approccio.

Com’è nata l’idea di collaborare con Zenit SGR?

La condivisione dell’esperienza di CasaOz attraverso altre aziende e professionisti del settore ci ha fatti incontrare: abbiamo rilevato di avere in comune l’attitudine innovativa, quella cioè di voler generare “valore” sul territorio. L’elemento innovativo è anche costituito dal fatto che non si tratta solo di un trasferimento di risorse a CasaOz, ma si è instaurata una collaborazione che valorizza le reciproche potenzialità.

In Italia (e non solo) la collaborazione profit vs non profit è più unica che rara: quali sono i vantaggi di un simile rapporto e come si potrebbe fare affinché quello di CasaOz e Zenit SGR non resti un caso isolato?

Sappiamo tutti quanto sforzo richieda la collaborazione, quella vera che mette in gioco tutte le parti per un obiettivo che vada oltre quello del singolo. Tuttavia siamo convinti, e la storia di questi anni lo testimonia, che è l’unica via per crescere sia a livello individuale sia per amplificare l’impatto delle proprie azioni. Dall’incontro di mondi diversi i vantaggi sono molteplici: per le onlus si tratta di assicurare continuità e ampliare servizi a favore dei beneficiari; si tratta di ricevere stimoli per agire in modo sempre più professionale e nuovo; per le aziende restituire valore sociale al loro operato in termini di efficacia ed efficienza, oltre che di innovazione nelle pratiche manageriali o di marketing.

Con la creazione nel 2014 della cooperativa sociale MagazziniOz, CasaOz ha dato vita a un nuovo sistema di “fare sociale”, che crea intersezioni tra impresa e terzo settore, e che ci consente di produrre un impatto che va al di là di quelli conseguibili dalle due realtà separate. Il valore aggiunto di tale modello che stiamo sperimentando è costituito dal fatto che è un format replicabile in altre realtà del Paese, e noi lo stiamo già facendo.

Quali progetti/iniziative siete riusciti a realizzare o portare a termine grazie alla collaborazione con Zenit SGR?

Il contributo di Zenit SGR è un tassello fondamentale per continuare a garantire ogni giorno accoglienza e sostegno agli ospiti della nostra casa. Nel solo 2015 abbiamo seguito 515 persone provenienti da tutta Italia e da vari Paesi nel mondo, superando le 11.000 presenze, offrendo ospitalità notturna, accoglienza diurna, appuntamenti laboratoriali, gite, sostegno scolastico.

Oltre a ciò, tra i numerosi progetti che CasaOz Onlus ha all’attivo, Zenit SGR ha scelto di sostenere i laboratori annuali di musicoterapia, nei quali la musica e il suono diventano strumento di comunicazione non-verbale. In questo modo si interviene a livello educativo e relazionale, contribuendo a garantire ai ragazzi momenti di gioco e di spensieratezza, e fornendo loro strumenti utili per esprimere emozioni e creatività nonostante la malattia.