Investimenti alternativi: una spinta alla crescita dell’economia.

Marco Rosati, AD di Zenit SGR, è stato tra gli speaker del workshop “Investimenti alternativi per far crescere il PIL. PIR, Eltif, Private Debt: come le Compagnie possono operare con le nuove norme”, tenutosi online nel corso della II edizione del Festival delle Assicurazioni organizzato da Milano Finanza.

Durante il suo intervento, Rosati ha evidenziato come, tra le ragioni per le quali le compagnie assicurative si sono finora dimostrate reticenti rispetto alla possibilità di destinare il proprio patrimonio a investimenti alternativi, due siano quelle principali:
-gli interessanti rendimenti offerti fino a qualche anno fa dai titoli di Stato
-l’assorbimento di maggiori quote di capitale del patrimonio di vigilanza da parte di questa tipologia di investimenti.

Le condizioni però, ha fatto notare Rosati, ormai sono mutate, e lo scenario di tassi negativi nel quale ci troviamo ad operare rende imprescindibile la ricerca di nuove forme di impiego del capitale. E da questo punto di vista, gli investimenti alternativi rappresentano la soluzione ideale poiché fungono da collante tra le somme che devono certamente essere investite in modo più proficuo e le aziende che necessitano di capitali per crescere. Nel panorama italiano, sono ancora molteplici, purtroppo, le imprese che, a dispetto della loro eccellenza produttiva, possono fare affidamento su risorse finanziarie estremamente limitate.

Senza contare, ha proseguito Rosati, che gli investimenti alternativi possono anche svolgere una funzione di graduale accompagnamento verso la quotazione in Borsa di queste realtà imprenditoriali.
Tradizionalmente le aziende del nostro territorio mal sopportano ingerenze da parte di soggetti esterni nella loro gestione e, allo stesso tempo, possono contare su rapporti consolidati con le istituzioni bancarie.
Condizioni, queste, che spesso allontanano le nostre PMI dalla quotazione sui mercati finanziari.
Scegliere però di aprirsi progressivamente al mercato dei capitali potrebbe costituire per molte società una tappa intermedia in vista dello sbarco a Piazza Affari e contribuirebbe ad affrancarle dalla dipendenza dalle fonti di finanziamento bancarie.

Va anche sottolineato, ha affermato ancora Rosati, che, per sua natura, il tessuto economico italiano è principalmente costituito da aziende dalle dimensioni spesso ridotte che, di conseguenza, richiedono investimenti di importi limitati. Nessun grande player internazionale troverebbe particolarmente conveniente imbarcarsi in operazioni simili, mentre le case di gestione nazionali conoscono perfettamente le dinamiche di questo mercato e hanno sviluppato tutte le conoscenze e le competenze utili per fornire soluzioni in grado di soddisfare questo tipo di richieste.

Rosati ha concluso quindi dichiarando che ormai i tempi sono maturi per un cambio di direzione da parte delle compagnie assicurative, che potrebbe attuarsi attraverso:
investimenti del patrimonio diretto delle compagnie stesse
creazione di prodotti innovativi per la loro clientela (da studiare in collaborazione con i professionisti del risparmio gestito).

Risulta ormai fondamentale raggiungere un punto di equilibrio tra rendimento e volatilità, anche grazie alla diluizione degli investimenti su orizzonti temporali più congrui. Ed è proprio ciò che oggi offrono gli investimenti alternativi.